Come un respiro e l'arte di legare le persone

27.09.2021

Entrambi sono veri e propri viaggi: il primo, "Come un respiro" di Ozpetek, pubblicato da Mondadori nel 2020, è contemporaneamente un viaggio nel tempo, da oggi agli anni sessanta, e un viaggio fisico, da Roma ad un'affascinante e misteriosa Istambul. Il tutto partendo dalla cucina di un appartamento a Roma, nel quartiere Testaccio, dove tre coppie di amici si ritovano a pranzo come ogni domenica. L'arrivo delle due coppie ospiti viene però anticipato da una visita inaspettata. Un'anziana signora. Durante queta strana domenica vengono innescati sentimenti ed evidenze fino a quel momento ignorati, più o meno consapevolmente perchè sai una cosa? In fondo anche l'amore è un delitto perfetto: a volte ti uccide, altre ti rende più forte, ma in ogni caso rappresenta l'alibi ideale per ogni tua follia.

E in maniera molto più evidente la follia, quella vera, quella psichiatrica è la protagonista di un altro viaggio, quello in cui ci accompagna Paolo Milone, psichiatra di Genova e autore del libro "L'arte di legare le persone", pubblicato da Einaudi nel 2021. Con questo suo primo libro ci racconta i suoi quarant'anni di lavoro prima in un Centro di Salute Mentale, poi in un reparto ospedaliero di Psichiatria d'urgenza. E frammento dopo frammento, ci accompagna per vedere più da vicino il mistero della malattia mentale che convive con l'umanità quotidiana di chi ci lavora. Lo fa utilizzando lo stile comunicativo degli Epigrammi di Marziale in cui l'autore si rivolge a una persona, le dice di tutto, poi però fa una chiusa umoristica, con una specie di messaggio di rappacificazione. Così facendo riesce a rendere l'ambivalenza che caratterizza l'ambiente in cui si lavora con la malattia mentale. Il risultato finale, come in un caleidoscopio, è il rapporto tra tutte le schegge costituite dai frammenti di storie. Storie in cui l'incontro con il paziente non è l'imposizione della ragione sulla follia: è l'incontro tra due follie. Spera che la tua sia più umana e saggia dell'altra. La frase è presa dal libro e si riferisce a quanto lo psichiatra dice ad una tirocinante durante una conversazione. E sullo sfondo il mare, con la sua capacità contenitiva, terapeutica, la sua disponibilità: non si nasconde, quando parli non interrompe...Davanti al mare ritrovi il tuo posto nel mondo e nel tempo.