Come parliamo

23.01.2021

Le parole sono importanti. Anzi, le parole hanno un potere magico ed è per questo che sono importanti. Hanno il potere di creare la realtà e anche di modificarla. È' importante sceglierle e utilizzarle in maniera consapevole.

Le parole, oltre a indicare cose e azioni segnalano, senza che ce ne rendiamo conto, chi siamo e in che relazione siamo rispetto a ciò di cui parliamo.

Spesso infatti capita che con le parole andiamo ad avallare qualcosa che non condividiamo. Faccio un esempio:

qualche sera fa, durante una telefonata con mio padre, lui mi chiede se ho preparato la cena. Io gli rispondo che, poiché sto lavorando, la cena la sta preparando Andrea. Al che lui esclama: "Ah, ti aiuta eh?!" Preso un bel respiro per fermare il ribollio del sangue che già si preparava a colorare le mie guance (da piccola tutti pensavano che fossi timida perché arrossivo spesso, in realtà solo da poco ho capito che era il sintomo della forte opposizione che provavo nei confronti della cultura in cui ero immersa) ho detto con voce calma che no, Andrea non mi aiuta, fa quello che c'è da fare in casa, così come lo faccio io o le nostre figlie, all'occorrenza, quando si può nei limiti delle possibilità di forze e tempo a disposizione. E mio padre, appartenente a quella generazione nata nel dopoguerra, cresciuta a pane e cultura patriarcale e maschilista, nonostante negli anni passati molte discussioni, incomprensioni, conflitti e drammi tra noi fossero dovuti proprio a queste questioni, mi risponde con altrettanto tono pacato: "certo, è giusto, mi sono espresso male". Bene! Stavolta non è colore ma calore che sento nel cuore e sulle guance.

Racconto questa cosa al resto della famiglia e siamo contenti che, quello che per noi è sempre stato scontato e lapalissiano, finalmente venga condiviso anche da chi spesso l'ha criticato e denigrato.

La mattina dopo, avevamo appena finito di fare colazione, quando Andrea mi dice: "scrivo una mail e poi ti aiuto a sistemare casa...". Non stava scherzando: quando gliel'ho fatto notare lui stesso è rimasto stupito per il fatto di averlo detto in maniera inconsapevole. Quindi ho ribadito che pulire, sistemare, lavare, cucinare, ecc. ecc. non è un mio compito, non è un compito che spetta alle donne di default, non ha niente a che vedere con Dna e cromosoma x, ma solo con una questione di tempo e potere di scelta di come utilizzare il tempo. Non si tratta di pignoleria, ma il modo in cui usiamo le parole costituisce il veicolo attraverso cui passa la nostra mente e attraverso cui noi poi pensiamo al mondo e passiamo nel mondo. Il tempo è vita, perciò per tutte le donne e per tutte le ragazze e le bambine, ma anche per gli uomini, i ragazzi e i bambini che desiderano vivere in un mondo più giusto, vale la pena impegnare un po' di tempo ad approfondire il senso e il significato di ciò che diciamo, che sia per capire meglio e accrescere la consapevolezza, che sia per divulgare informazioni utili a proposito di questo argomento, per raggiungere una parità di genere effettiva e sostanziale nella vita pratica e nella quotidianità delle nostre esistenze. Quindi diffondiamo questo messaggio: "in una famiglia in cui la donna lavora, l'uomo lavora, i figli e le figlie studiano e/o lavorano, le attività domestiche di qualsiasi tipo possono essere svolte da tutti i componenti della famiglia stessa, al massimo ci si può organizzare con una distribuzione di compiti in base alle rispettive attitudini, senza dimenticare che tante cose si impara a farle facendole!" Ma questo è solo un esempio della realtà che creiamo o che possiamo cambiare con le parole. Ve ne viene in mente qualcuno?